Friday, May 25, 2012



Quanto è "tech" la scuola italiana? Studenti promossi, prof rimandati La ricerca Ipsos commissionata dal Pd (oggi a convegno a Roma sui "nativi digitali") rivela un profondo gap tra l'aspirazione a una più diffusa informatizzazione della didattica e le reali attitudini degli insegnanti"

In una scuola, quella italiana, dove solo il 7% delle classi è coperto da una qualche connessione internet (in Inghilterra cento ogni cento, tutte sotto la banda larga)

i nostri insegnanti vorrebbero più tecnologia fra i banchi e sovrastimano le loro (basse) competenze digitali. Ancora, gli studenti pure vorrebbero più tecnologia a scuola, ma raccontano ai sondaggisti la verità sulle loro (alte) competenze digitali. I maestri e i professori italiani intervistati hanno consapevolezza che con il multimediale in classe le lezioni sarebbero più stimolanti, il loro status crescerebbe e dopo una decina di anni di sottovalutazione da parte della politica scelgono di rispondere difendendosi: siamo bravi, siamo pronti per la scuola 2.0. Un Invalsi della tecnologia, un test a controllare le loro attitudini e soprattutto l'applicazione di internet alla loro didattica, in verità potrebbe diventare una Waterloo per la classe insegnante

L'Ipsos conferma che anche sul fronte e-book, i libri elettronici, il mercato italiano è fragile e in generale tutti - prof, studenti e genitori - ritengono il libro tradizionale di migliore qualità e quello elettronico più funzionale, leggero, economico. LEGGI All'università domina la carta E' drammatico il dato sui "libri misti", che dal 2013 cancelleranno definitivamente i libri scolastici tout court dalle nostre aule (lo prevede un decreto Tremonti-Gelmini). I libri misti contengono rimandi a internet, link a siti generali e in particolare a piattaforme dello stesso editore che possono dare animazione e corpo al concetto espresso su carta. Alla domanda sull'utilità dei libri misti il 63% degli insegnanti esprime un triste "non so" (il 65% tra i maestri della primaria). Non li conosce, e nella scuola si è fatto davvero poco per diffonderli. Infatti, solo il 37% rivela di utilizzarli in classe.

Il fatto che gli insegnanti italiani ghettizzino l'uso della tecnologia al solo laboratorio fa tornare la ricerca al suo punto di partenza: internet è poco diffuso a scuola perché non ci sono stati investimenti per portare pc (e tablet) nelle scuole pubbliche, ma soprattutto perché mancano le connessioni con o senza fili. Gli insegnanti e i genitori hanno consapevolezza che non tutti gli insegnanti sono in grado di utilizzare le nuove tecnologie (molto d'accordo il 35% degli insegnanti e il 30% dei genitori) e che possono sentirsi a disagio di fronte a studenti più preparati di loro. La risposta finale, disincantata, del 68% dei docenti spiega perché gli stessi siano costretti a sopra-valutarsi a proposito delle loro abilità internettiane: "Sulle nuove tecnologie a scuola si sentono tanti buoni propositi, ma mancano i fondi e si realizzerà poco o nulla". Non ci sono soldi, ministro Profumo: gli annunci in tromba non possono bastare.

 

Certo, a livello universitario, negli Stati Uniti c'e' un computer collegato in banda larga per ogni banco, in aggiunta alla banda larga WIFI per chi si porta da casa laptop, tablet, o telefoni avanzati come android. Il circuito internet e' controllato in modo centralizzato a livello statale, la scuola esce da un solo punto per stato, all' esterno, per ogni fascia educativa, l'informazione e' solo filtrata per materie non attinenti (sesso, social networks, giochi, violenza) ma "non" per tipo di informazione, non esiste censura.

Anche se non sono stupito dal lato insegnanti, non sarei cosi' ottimista nel valutare le competenze degli studenti, noi abbiamo il piu' giovane della mia compagna a casa, che puntualmente mi guarda con sospetto cercando di capire come ho fatto a filtrare i suoi ultimi trucchi per evitare i filtri, a come funziona la tecnologia con la quale gli blocco l' accesso verso posti dove non e' il caso vada. ;-) ... consideriamo che questa e' una generazione in rete dodici ore al giorno ...

Io apprezzo i libri di carta, perche' li uso per sottolineare e scrivere note, uso i libri come quaderni scrivendo note nello spazio bianco, ma allo stesso tempo apprezzo gli ebook perche' interattivi e facili da consultare, anche al buio, da quando uso una tastiera retro-illuminata, e' quasi meglio lavorare al buio che nella luce. Allo stesso tempo, se dovessi scegliere uno tra i due, preferisco l' ebook, perche puo' stare con me dovunque vado, se la cosa fosse gestita razionalmente, lo studente dovrebbe avere accesso agli ebook per tutta la vita, il libro di carta si rovina, si perde, ma l'ebook e' eterno, se se ne puo' scaricare una copia venti anni dopo. Non solo, ma anche la tecnologia dell' ebook del futuro, dovrebbe fornire ebook con spazio per le note, capaci di conservarle fra sessioni in modo permanente.

Non ci sono PC nelle scuole pubbliche, perche' manca una legge come negli USA dove l'industria che dona alla scuola puo' scaricare il valore dalle tasse. Con una legge del genere, si fa' presto ad avere un PC per ogni banco, e perfino un vecchio PC per ogni studente che non ne puo' comprare uno, ed il problema licenze si risolve usando Linux o BSD. La tavoletta ed il telefonino sono sogni fuori luogo, chi puo' se li compri da solo. Sotto il profilo educativo la tavoletta ed il telefonino sono inutili, possono essere emulati in una macchina virtuale su ogni PC, l'opposto non e' sempre possibile. La scuola deve "solo" fornire accesso a WIFI per chi si porta il PC da casa, ed un PC per ogni banco, per chi usa il PC a scuola (Io mi porto in tasca un disco da 500GB, su cui ho un centinaio di macchine virtuali, ed uso il PC del college, con un tablet sarei limitato a fare il 5% di cio' che posso fare oggi). Fatemi vedere il vostro tablet che usa dieci sistemi operativi allo stesso tempo, fatemi vedere il tablet che usa Solaris o VMS, e magari ne parliamo, fra cinque anni.





<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

Subscribe to Posts [Atom]