Sunday, November 15, 2009



La Sardegna si converte al software libero

Non solo software libero nella PA, ma obbligo di giustificare la sua eventuale assenza. Non solo diffusione nelle scuole ma anche formazione specifica. Con, in più, ricerca regionale sui software a codice aperto


Tra i principi di maggiore interesse contenuti nel provvedimento, realizzato con la collaborazione di Flavia Marzano, docente di Scenari e innovazioni dell'IT all'Università di Bologna, c'è anche quello secondo cui se l'amministrazione regionale dovesse scegliere software non libero, allora dovrà motivare perché non è possibile utilizzare FOSS. Sebbene non si leghi necessariamente alla scelta "aperta", dunque, per la prima volta un disegno di legge di questo livello impone un dovere di questo tipo all'amministrazione, rendendo evidente l'obbligo per quest'ultima di valutare con attenzione le proposte di software open prima di aggiornare i propri sistemi.

Un principio che è rafforzato ulteriormente all'articolo 9, quello interamente dedicato proprio al software libero, in cui si accenna alla possibilità che l'utilizzo di software libero possa significare punteggi aggiuntivi per i fornitori quando partecipano ad una gara: proporre cioè una soluzione open significherebbe partire con un qualche vantaggio rispetto a chi proponesse soluzioni closed source.



... concordo ...
... e' anche necessario stanziare fondi di ricerca per "open hardware" ...
... e formulazione di criteri analoghi ove conveniente ...


Open SPARC



open BIOS





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