Friday, August 28, 2009



«Chi controlla il petrolio controlla il mondo», diceva Enrico Mattei, lo storico capo dell’Eni che, negli anni Cinquanta, ha fatto del gruppo statale italiano una delle maggiori compagnie petrolifere del Pianeta. Un concetto chiarito dalla realtà del 1973 quando, per ritorsione contro l’appoggio statunitense ed europeo ad Israele nella guerra dello Yom Kippur, le nazioni arabe fermarono il flusso di petrolio dal Medio Oriente, mettendo al buio l’Occidente. In Italia fu l’Austerity: riduzione dei consumi obbligatoria, ora legale, camion e auto fermi la domenica. Strategie anticipatrici di quelle attuali, oggi tese a ridurre l’inquinamento prodotto dal consumo di greggio.

Poi arrivarono le guerre. I principali conflitti degli ultimi decenni hanno spesso avuto al centro il controllo delle fonti petrolifere: per il petrolio si combatte in Medio Oriente e in Africa, sul petrolio si basa tutto il potere di regimi bellicosi e inaffidabili, come quelli iraniano e libico, ma anche di governi ai limiti della democrazia, come quello venezuelano.






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