Sunday, February 24, 2008




Microsoft matura, l’open source altrettanto? - VALERIO MARIANI

Di certo l’obbiettivo è stato raggiunto. La conference call dei massimi vertici di Microsoft, in cui si annunciano iniziative interessanti circa una maggiore “apertura” dei propri prodotti, ha acceso una reazione a catena, ancora agli inizi, tra commenti di blogger, giornalisti, fan dell’una e dell’altra sponda ed esponenti autorevoli del mondo open source.

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Un’inversione di rotta, se lo è, richiesta, come ammesso dalla stessa Microsoft, dai clienti. La parolina magica non è probabilmente “apertura” ma, piuttosto, “interoperabilità”. Come specificato immediatamente da Microsoft, e messo subito in risalto dai soliti fanatici del movimento open, Microsoft si guarda bene dal rendere disponibile a chicchessia il frutto del lavoro di migliaia di suoi collaboratori e continuerà a tutelare i propri brevetti registrati. E ci mancherebbe altro.

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Finora l’open source ha mostrato due facce. La prima, encomiabile, fatta di principi e idee innovative, che l’hanno fatto apprezzare in ambito enterprise. La seconda, necessaria, che ha dovuto scimmiottare interfacce per non sembrare degli alieni a un pubblico consumer troppo abituato a finestre e “salva con nome”. Ora sarebbe il caso di prediligere la prima e osare di più per lasciarsi alle spalle la seconda.

In un mondo liquido non esistono nemici da combattere, esistono molteplicità di vedute, condivisibili o discutibili, chi non avrà l’umiltà di guardarsi dentro e, se necessario, cambiare rotta, diverrà la vera isola chiusa e dimenticata in mezzo all’oceano. E la parola “open” potrebbe lasciare completamente il passo a “interoperabilità”.

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Andiamo per ordine storico, questa mi sembra la sequenza corretta :

--1973 Xerox "Alto" (I have never seen one of those myself, but here the pictures:)
http://toastytech.com/guis/alto.html
--1980 Apollo "Aegis" (in case you may have never seen one here is the link:)
http://www.answers.com/topic/apollo-computer
(For the ones that may not know, this was a UNIX compatible)
--1981 Xerox 8010 "Star" (in case you may have never seen one here is the link:) http://www.digibarn.com/friends/curbow/star/retrospect/
--1983 Apple "Lisa" (in case you may have never seen one here is the link:)
http://oldcomputers.net/lisa.html
--1984 Apple "Macintosh" (I guess by now everybody knows they exist)
--1984 Silicon Graphics "Iris 1400" (see the video below:)
http://www.archive.org/details/Computer1984_6
(watch the second part of this video, is very educative)
(the OS was another UNIX compatible, named "Irix", this is another picture:)
http://www.sfxbros.com/images/sgi/IRIS2000.GIF
--1985 Digital Research "Gem" (in case you may have never seen one here is the link:)
http://toastytech.com/guis/gem11.html
--1985 Commodore (64) "Geo" (in case you may have never seen one here is the link:)
http://toastytech.com/guis/c64g.html
--1985 Commodore (Amiga) "Amiga OS" (here is the link:)
http://toastytech.com/guis/amiga35.html
--1985 MS Windows 1.0 (here is the link:)
http://toastytech.com/guis/win101executive.gif

Quanto sopra penso dimostri in maniera eloquente che la rivoluzione grafica non sia partita da Microsoft, ma sia arrivata piano piano, alla fine, "anche" da Microsoft.

L' "open source" e' una filosofia che vuole sostituire un sistema "aperto", ad un sistema "chiuso" costruito in maniera tale che l' industria possa mantenere il cliente afferrandolo per le estremita' penzolanti in mezzo alle gambe, in modo che il cliente non solo porga il portafoglio, ma anche, in alcuni casi, sia sottomesso alle "sorveglianza" del paese e dell' industria produttrice, o a qualunque tirapiedi del paese o dell' azienda medesima, da qualunque paese del mondo, per agende politiche imprevedibili da chiunque non possieda una sfera di cristallo per vedere il futuro.

Il dibattito non e' esatto se si contrappone solo Windows verso Linux, il contrasto filosofico e' ben piu' complesso, per esempio:

L' equivalente "open" di Microsoft Windows e' REACTOS
(non funziona molto bene ma sta migliorando)
Gli equivalenti "open" di Unix, Irix, AIX, HP-UX sono Linux GNU, BSD, Minix eccetera
L' equivalente "open" di NextStep e' OpenStep/GNUStep
L'equivalente "open" di OS/X e' Darwin
L'equivalente "open" di Solaris e' Open Solaris
... e cosi' via ...

Essendo gli ultimi tre supportati dalle case madri (Sun, Apple e Sun), non esiste molta polemica. Nel mondo Microsoft e Unix la situazione e' differente perche' una certa parte della chiesa dei sistemi operativi (Microsoft e SCO) sta' cercando in tutti i modi possibili di sabotare la seconda chiesa dei sistemi operativi (IBM, Novell-SUSE, Silicon Graphics e RedHat). Ovviamente la prima chiesa sta' cercando di monopolizzare il mercato, fino a prova contraria, almeno restanti i fatti degli ultimi dieci anni.

L' "open source" non e' una garanzia assoluta che il sorgente fornito possa compilare ed essere alterabile o utilizzabile per le esigenze dell' utente, ma e' un passo verso la possibilita' di uso di questo tipo. In primo luogo e' necessario dire che il processo di modifica di codice sorgente e' molto piu' semplice che non il processo di "reverse engineering" dal codice macchina. In secondo luogo in taluni casi, ove sia per esempio necessario preservare segreti industriali o anche di stato, l' accesso al codice sorgente e' un requisito indispensabile, e nel secondo caso anche obbligatorio.

Anche l'interoperabilita' e' un requisito importante, ed e' apprezzabile che Microsoft offra oggi questa soluzione, ma resta il fatto che l'interoperabilita' non soddisfi, da sola, i criteri piu' stringenti di sicurezza (perlomeno quelli di sicurezza nazionale, l' industria e' libera, quando non sussistano vincoli di legge "obbligatori", di farsi spiare dall' industria informatica, se cosi' vuole).

Si deve dare credito a Microsoft del fatto di aver annunciato la disponibilita' del codice "sorgente" ma si deve altresi' far notare che il codice "sorgente" e' solo disponibile per chi scelgono loro, il che rende ovvio il fatto che il potenziale cliente senza questa disponibilita' concessa, si trovi in condizione di dover optare per altre soluzioni che non includono Microsoft.

Purtroppo pero', e qui il giudizio della Corte Europea e' fondato e legittimo, Microsoft rifiuta di rendersi compatibile con il resto del mercato, cercando di sostituire "standards" proprietari ai veri "standards" di pubblico dominio, ed agendo pertanto come monopolista in abuso della propria posizione di monopolio.

L' interoperabilita' e' un fattore molto importante, ma la sicurezza, la riservatezza e l'interoperabilita' insieme, sono tre fattori piu' importanti di un fattore. Se l' Europa un giorno decida di applicare agli americani la stessa politica che loro applicano a noi, allora semplicemente si tratterebbe di rendere obbligatorio all' interno della Comunita' Europea un sistema operativo prodotto interamente in Europa, e di sorgente chiuso, interamente brevettato dall' universita' di Amsterdam, per esempio, ed utilizzante un certo chip brevettato da Philips in Olanda, con una serie di "backdoors" dove le autorita' europee possano decidere come e quando "bloccare" a piacimento qualunque macchina fuori dall' Europa, o andare a curiosare quando e come vogliano, in qualunque macchina fuori dall' Europa.

Ora io pongo ai sostenitori della combinazione Intel/Windows la seguente domanda:
Qualcuno vi paga per prendere queste decisioni, oppure vi fa' piacere che dall' America, nella infinita saggezza di questo paese, qualcuno vi controlli "per il vostro bene" ? (almeno cosi' dicono loro). Sinceramente io sono soddisfatto di sapere che i "colossi" americani usano AIX, Solaris, HP-UX, VMS, BSD ed anche Linux, quando vedro' Boeing usare Windows, penso che sara' ora per me di prendere l'autobus. Questo detto, la mia e' una opinione personale, fate quel che vi pare, ma cercate di essere obiettivi e completi nelle vostre analisi.

E fatemi anche sapere la risposta alla domanda sopra, sono in trepidante attesa ...


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